Motoemozione, raccontare le emozioni a due ruote e i loro protagonisti. Oggi tuttavia vogliamo scomporci e dar voce solo alla parola Emozione e rendere omaggio a uno sportivo in grado di far vivere alcune delle più grandi emozioni della storia dello sport. A 25 anni dalla sua scomparsa vogliamo dire Grazie al campione più grande di sempre: Ayrton Senna da Silva.
Parlare di Ayrton Senna è facile in questi giorni, è doveroso rendergli omaggio, dirgli grazie, e tutti devono averne la possibilità. Non importa chi o il modo con cui questo grazie viene pronunciato, perché la forza delle parole mantiene vivo il ricordo. E poche altre persone devono continuamente essere ricordate al pari di Ayrton Senna.
In alcuni casi poi il linguaggio che si sceglie di utilizzare diventa secondario perché ogni bocca avrà le sue orecchie. Ben venga il linguaggio aulico per i dotti e raffinati ascoltatori ma anche il linguaggio semplice per l’uomo comune e quello colorito da osteria. Ben vengano anche alcune inesattezze, piccoli errori o omissioni se queste possono servire a raccontare e far rivere le emozioni delle imprese realizzate dell’uomo e sportivo Senna. E’ per questo che un articolo, una frase, un pensiero dedicato a Ayrton non è mai troppo.
Tutti possono parlare e scrivere di Ayrton perché Ayrton è ormai qualcosa di universale, di eterno, una figura che è scesa tra noi per lanciarci messaggi, insegnamenti ed elevarci…perchè Ayrton Senna ha fatto questo.
Ayrton Senna non è un semplice pilota di automobili in grado di vincere tre titoli mondiali, realizzando imprese sportive dal valore assoluto. Senna è una di quelle persone o meglio figure in grado di usare lo sport come mezzo per trasmettere valori universali attraverso imprese incredibili che neanche le migliori penne ed i migliori sceneggiatori sarebbero stati in grado di scrivere. Basterebbe citare la sua sesta gara al campionato mondiale di Formula 1 in cui realizza la prima delle sue tante imprese da leggenda per far capire la straordinarietà delle sue gesta .
Dalla sua volontà a inseguire il suo sogno, lasciando casa, famiglia ed amici trasferendosi dall’altra parte del mondo. Sacrifici, rinunce e privazioni poi per continuare a inseguirlo. Volontà e determinazione oltre a doti naturali che a tratti assumono contorni del soprannaturale se paragonate a tutti gli avversari di allora. Una persona dotata di una religiosità mai nascosta ma in alcuni casi ostentata che andava e a scuotere le fondamenta anche gli atei più granitici.
La capacità di realizzare imprese mai banali, vittorie che diventano imprese epiche, da raccontare e vivere ancora oggi come fossero delle pietre magiche che servono per riaccendere fuochi arcaici nascosti nel nostro io. La prima volta che salì sul podio, in quelle condizioni in cui lui era imbattibile, la pioggia, quando l’asfalto diventa viscido e le vetture quasi si mettono tutte sulle stesso piano e i piloti sono alla pari ed allora solo i più forti possono primeggiare. Lui in quelle condizioni doppiò tutti, tranne il secondo, e salì per la prima volta sul gradino più alto del podio.
Tuttavia quello che ha avvicinato Senna a tante persone sono state le ingiustizie che ha vissuto, le privazioni dovute a giochi di potere e politica. Quello che lo fece amare da persone anche estranee all’ambiente formula 1 fu la volontà di non scendere a compromessi e restare sempre fedele a se stesso: lui uomo vincente, il più veloce di sempre che non salì sul carro dei vincitori ma decise di stare dall’altra parte della barricata, quella in cui le persone vengono osteggiate dai poteri forti. Lui era come tutte quelle persone che per conquistare qualcosa devono farlo esclusivamente con le loro forze e con le loro capacità.
Poi Ayrton aveva qualcosa di unico, di introvabile nel mondo delle sport, quella cosa che appartiene solo ai grandi personaggi della storia, ai rivoluzionari agli statisti: la dedizione verso gli altri, virtù così rara ai giorni nostri. I gesti di amore verso il suo Paese, verso la sua gente che lo aveva eletto a mito testimoniano l’umanità dell’uomo Senna. Non solo gli atti di beneficenza lo fecero entrare nel cuore di tutto il Brasile, ma ancor più sono le gesta sportive realizzate che fanno comprendere chi era Ayrton Senna, l’immagine sul podio del GP del Brasile del ’91 quando a fatica solleva la coppa dopo aver guidato con il cambio rotto ed aver terminato la gara in preda a dolori e spasmi è una pagina indimenticabile di sport ma ancor più un insegnamento da raccontare agli sportivi di oggi e di domani.
Un carisma che solo le grandi persone, i grandi leader sanno avere. Doti di guida comuni solo ai pochi che hanno fatto la storia dell’automobilismo ma non fine a loro stesse, Senna andava oltre. Senna non era solo un pilota velocissimo in grado di realizzare imprese alla Nuvolari, alla Fangio o alla Villeneuve, lui andava oltre.
Ogni impresa di Senna aveva un qualcosa di mistico come se l’automobilismo, lo sport, fosse un espediente per scuoterci e lanciarci dei segnali.
Per tutto questo Ayrton Senna da Silva non solo è stato il pilota di formula 1 più veloce di sempre e più forte che abbia mai preso parte a una gara di auto, ma è stato senza ombra di dubbio il più grande sportivo di sempre.
Quel maledetto primo maggio avevo 18 anni, da allora tanto si è detto, tanto si è scritto ed è giusto che sia stato così.
Ti ho conosciuto meglio Ayrton ho scoperto piccoli retroscena, simpatici aneddoti ma ancora oggi tu mi parli dalla pista, dalla tua monoposto e quando riguardo le tue gare e io quei segnali li vedo e posso dire che mi guidano ancora oggi nel mio agire quotidiano.
GRAZIE AYRTON…GRAZIE
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